lunedì, Novembre 25

Il Copasir riceve la Fnsi: «Non ci sono liste e nessun giornalista è stato schedato»

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Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, accompagnato dal direttore Tommaso Daquanno, è stato ricevuto, oggi, dal presidente del Copasir, senatore Adolfo Urso. Tema dell’incontro, la preoccupazione espressa della Fnsi su presunte liste di persone, fra cui giornalisti, classificate come filorusse.

Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, accompagnato dal direttore Tommaso Daquanno, è stato ricevuto, oggi, dal presidente del Copasir, senatore Adolfo Urso. Tema dell’incontro, la preoccupazione espressa della Fnsi su presunte liste di persone, fra cui giornalisti, classificate come filorusse.

La riunione si è tenuta in seguito alla richiesta di chiarimenti avanzata dalla Fnsi. Il presidente Urso ha chiarito che al Copasir non risulta l’esistenza di tali liste e che non ci sono giornalisti schedati. Non rientra nelle funzioni e nelle competenze del Comitato, fissate dalla legge – ha precisato – l’attività di indagine e la compilazione di liste.

La Fnsi ha ribadito che sarebbe inaccettabile e pericoloso compilare liste di giornalisti considerati filoputiniani sulla base di opinioni liberamente espresse. Per questo bisognerà continuare a tenere alta la guardia per evitare abusi e forzature. “La libertà di manifestazione del pensiero è garantita dall’articolo 21 della Costituzione e classificare un giornalista o chiunque altro per le opinioni che esprime significherebbe creare delle inaccettabili liste di proscrizione che aprirebbero scenari inquietanti. Il discorso sarebbe diverso se ci fossero prove inoppugnabili sulla responsabilità di giornalisti nella diffusione di notizie false che, oltre ad essere funzionali alla propaganda filorussa, potrebbero mettere a rischio la sicurezza dello Stato. In questo caso sarebbe interesse di tutti, giornalisti in primis, rendere noti i nomi dei responsabili interessando sia l’autorità giudiziaria sia l’Ordine professionale per l’attivazione dei meccanismi sanzionatori previsti dalla legge e dalle carte deontologiche. Alimentare un clima di sospetto serve solo a screditare il lavoro dei giornalisti, sempre più bersaglio di iniziative volte a indebolirne l’autonomia e l’indipendenza, come dimostra fra l’altro l’escalation di perquisizioni, intercettazioni a strascico e querele bavaglio”.

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