Da verifiche effettuate, risulta alla Fnsi e all’Ungp che l’Inps ha provveduto ad un aggiornamento nell’abbinamento del Casellario Centrale dei Pensionati e che il maggior prelievo rilevato da alcuni giornalisti deriva da conguagli per Irpef non versata nel 2022 e 2023.
Pertanto, nel confermare la regolarità della procedura, lo stesso Inps ha rilasciato un avviso nell’area riservata, col quale si avverte che «il Casellario Centrale dei Pensionati ha provveduto a calcolare le ritenute fiscali per l’anno 2023, tenendo conto dei Suoi trattamenti pensionistici e delle detrazioni da Lei richieste. In attuazione, inoltre, a quanto disposto dall’art. 23, comma 3, del d.P.R. n. 600/1973 l’eventuale conguaglio a debito – dispone l’Inps – sarà recuperato sulla rata di pensione in pagamento a novembre 2023 fino a capienza. Qualora il rateo di pensione mensile non sia sufficientemente capiente per il recupero integrale del suddetto conguaglio si procederà al recupero del residuo debito fino al definitivo saldo».