La maggioranza ha deciso di andare avanti sugli emendamenti contestati dall’opposizione sull’informazione governativa, provocando le proteste della minoranza. Bocciate le proposte dall’esponente di Italia Viva, Maria Elena Boschi, per regolamentare le presenze dei giornalisti nei programmi d’informazione. Usigrai: «Servizio Pubblico ridotto a megafono del governo».
La commissione di Vigilanza Rai ha approvato martedì 9 aprile, con il voto contrario delle opposizioni, il regolamento sulla par condicio in vista delle Europee dell’8 e 9 giugno 2024. La maggioranza ha deciso di andare avanti sugli emendamenti contestati dall’opposizione sull’informazione governativa, provocando le proteste di tutti i partiti di minoranza.
Lo strappo è arrivato, in particolare, su una delle proposte di modifica a firma di Francesco Filini (Fdi), Giorgio Maria Bergesio (Lega) e Maurizio Lupi (Noi Moderati). Quella che introduce, nei programmi di approfondimento giornalistico, “la necessità di garantire una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative”. Una formulazione che secondo l’opposizione allarga le maglie a favore del governo, restringendo gli spazi per l’opposizione.
Ha avuto, invece, il via libera della minoranza, dopo una riformulazione, l’emendamento che esclude dal conteggio sulla par condicio gli interventi televisivi dei rappresentanti governativi che intervengono “su materie inerenti all’esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali svolte”. L’emendamento è stato riscritto, specificando che “la loro presenza deve essere limitata esclusivamente alla esigenza di assicurare la completezza e l’imparzialità dell’informazione”.
La maggioranza ha anche approvato, con il no dell’opposizione, un emendamento secondo cui le dirette dei comizi elettorali devono essere preceduti da una sigla per distinguerli dalle edizioni dei tg. Resta, invece, il criterio, introdotto da Agcom nella delibera sulle tv private, che pesa in maniera differente il tempo degli interventi in base alle fasce orarie di messa in onda.
Bocciati, infine, gli emendamenti proposti dall’esponente di Italia Viva, Maria Elena Boschi, per regolamentare le presenze dei giornalisti nei programmi d’informazione.
«Da oggi la Rai assomiglia di più all’Eiar: basterà una sigletta e il governo potrà fare propaganda senza limiti. E intanto RaiNews rischia di diventare un maxi rullo di comizi elettorali, calpestando l’autonomia editoriale di una testata giornalistica e della sua redazione», scrive sui social il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, commentando il via libera al regolamento.
Negativo anche il giudizio dell’Usigrai. «Il servizio pubblico ridotto a megafono del governo. Ministri e sottosegretari non avranno alcun vincolo di tempo nei programmi e potranno dire ciò che vorranno purché riferito all’attività istituzionale», rilevano i rappresentanti sindacali.
«Con la norma approvata dalla maggioranza di governo in Commissione di vigilanza – incalza l’Usigrai – nei programmi di approfondimento giornalistico della Rai si ritorna all’Istituto Luce. Ai soli rappresentanti del governo sarà garantita una puntuale informazione sulle attività istituzionali governative. Tutto questo alla vigilia del voto per le Europee. Non solo viene aggirata la par condicio, ma anche il contraddittorio con l’opposizione. Questo vale anche per la norma che consentirà a RaiNews di trasmettere integralmente i comizi politici, preceduti da una sigla e senza mediazione giornalistica. Cosa che peraltro in questi mesi il direttore di RaiNews (lo stesso che sul palco di Fratelli d’Italia parlava di “noi” e “loro”) ha regolarmente imposto alla redazione, per i comizi della presidente del Consiglio Giorgia Meloni (senza alcuna sigla)».