Quanto avvenuto nella puntata del 18 aprile 2024 «non deve più accadere, anche in vista degli importanti momenti di confronto e discussione pubblici che attendono il Paese», incalzano le Commissioni pari opportunità.
«A Porta a Porta del 18 aprile, come già capitato altre volte in questo programma, un parterre di ospiti composto da tutti uomini. Tra gli argomenti trattati anche l’aborto. Il fermo immagine ha fatto il giro del web, esponendo l’azienda a un’ondata di critiche per il mancato rispetto dell’equilibrio di genere che dovrebbe valere sempre, tanto più su un tema così delicato che ha a che fare con la vita e il corpo delle donne». Lo affermano in una nota congiunta, all’indomani della trasmissione, le Commissioni pari opportunità della Rai e dell’Usigrai.
«Non deve più accadere – incalzano – che in un grande network come la Rai, che guida le campagne No women no panel e 50:50 in Italia, si vìolino così palesemente le policy che la stessa azienda ha approvato. Mancando di rispetto alle donne che vivono in Italia».
Le Cpo rendono noto di aver «chiesto all’azienda di prendere tutti i provvedimenti del caso, perché non avvenga mai più. Anche in vista degli importanti momenti di confronto e discussione pubblici che attendono il Paese. Nel 1976 – conclude la nota – in un’analoga occasione Oriana Fallaci ebbe a stigmatizzare il maschilismo nell’arena pubblica italiana per essere la sola donna presente in una discussione televisiva sull’aborto. 50 anni dopo in una trasmissione del Servizio Pubblico si è riusciti a fare di peggio».