«Il ministero degli Interni russo intende avviare un procedimento penale contro i giornalisti italiani che hanno realizzato un reportage dalla regione di Kursk», territorio russo teatro di un’incursione delle forze ucraine. A dare la notizia, venerdì 16 agosto 2024, su Telegram, è Baza, un canale russo di notizie, secondo il quale si tratterebbe di «un procedimento penale ai sensi dell’articolo 322 del Codice penale della Federazione Russa sull’attraversamento illegale del confine dello Stato».
I giornalisti finiti nel mirino delle autorità di Mosca sono Stefania Battistini e Simone Traini, autori di un servizio da Sudzha, città russa al confine con l’Ucraina sotto il controllo delle forze di Kiev, andato in onda sul Tg1.
Immediata la reazione dei rappresentanti della categoria. «Il giornalismo non è un crimine. L’ipotesi delle autorità di Mosca di mettere sotto processo Stefania Battistini e Simone Traini che sono entrati in territorio russo al seguito delle truppe Ucraine per un servizio del Tg1, è inaccettabile», scrivono in una nota congiunta Federazione nazionale della Stampa italiana e Usigrai.
«L’informazione – incalzano – non si fa con le autorizzazioni preventive. Il racconto delle guerre è sempre difficile e sottoposto alle più varie forme di condizionamento. Minacciare di processo penale chi fa informazione è una di queste».
Il sindacato ricorda poi che «le giornaliste e i giornalisti di tutto il mondo chiedono da sempre di avere garanzie di accesso nelle zone di conflitto, in Ucraina come a Gaza e in ogni area di guerra, dove più urgente è la necessità di sapere cosa accade. Usigrai e Fnsi – concludono – sono al fianco di colleghe e colleghi del Tg1 e di tutti i giornalisti e le giornaliste che quotidianamente rischiano la vita per il dovere di informare».
Sulla vicenda interviene anche la Federazione europea dei giornalisti, che su X commenta: «Condanniamo le minacce delle autorità russe di perseguire i giornalisti italiani Stefania Battistini e Simone Traini per aver coperto la controffensiva ucraina a Kursk. Queste azioni sono chiari tentativi di censura e devono cessare immediatamente».
In serata la notizia che la Russia ha convocato l’ambasciatrice d’Italia a Mosca, Cecilia Piccioni, per protestare per l’ingresso ‘illegale’ dei giornalisti italiani della Rai nella regione di Kursk per coprire l’attacco delle forze ucraine.