mercoledì, Novembre 27

Legge bavaglio, Costante: «Manganellate a giornalisti ed editori con le sanzioni economiche»

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Via libera del Senato, martedì 15 ottobre 2024, al parere sul Dlgs che vieta la pubblicazione del testo delle ordinanze, inasprendone i contenuti. La segretaria generale Fnsi: «Il governo si appresta a peggiorare la norma Costa, estendendo il divieto a tutti gli atti cautelari».

«Dietro l’etichetta del garantismo e nascondendosi dietro la presunzione di non colpevolezza, il governo si appresta a peggiorare ulteriormente la norma Costa, estendendo il divieto a tutti gli atti cautelari, compresi i sequestri disposti dal Gip. Ai giornalisti, come ormai ci ha abituato il governo, la manganellata di sanzioni economiche». Lo afferma Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, commentando il testo del parere presentato dal deputato Fdi Andrea Pellicini allo schema di Decreto legislativo per l’attuazione della ‘legge bavaglio’, cioè la norma che vieta di pubblicare il testo delle ordinanze di custodia cautelare.

«E questa volta – prosegue Costante – il manganello sanzionatorio dovrebbe toccare anche gli editori perché per una certa politica le notizie non rientrano nel diritto all’informazione stabilito dall’articolo 21 della Costituzione, ma sono solo un modo per vendere i giornali».

Il parere allo schema di Decreto legislativo (atto governo n.196) che contiene il divieto di pubblicare integralmente il testo delle ordinanze di custodia cautelare, che contengono anche il testo delle intercettazioni, fino alla fine delle indagini preliminari, è stato presentato identico nelle due commissioni Giustizia di Camera e Senato martedì 15 ottobre 2024.

Per quanto riguarda quella di Montecitorio, il voto del parere è stato rinviato, mentre a Palazzo Madama, i commissari presieduti da Giulia Bongiorno (Lega) hanno approvato il testo presentato da Sergio Rastrelli (Fdi).

Nel parere, che ora il governo deve recepire perché la normativa esplichi i suoi effetti, si invita l’esecutivo a valutare di estendere il divieto di pubblicazione «a tutte le misure cautelari personali» e a prevedere un inasprimento delle sanzioni per chi contravviene al divieto.

«Ferma restando l’esclusione di sanzioni detentive a carico del contravventore», si legge nel parere presentato identico nelle due commissioni, il «complessivo sistema sanzionatorio andrebbe comunque ripensato di modo da conferire effettività al divieto e costituire un ragionevole argine alla sistematica violazione del medesimo».

Secondo il parere, l’attuale sanzione, «che si risolve» per lo più «nella possibilità di estinguere il reato attraverso l’oblazione con il versamento di una somma irrisoria» non sembrerebbe aver prodotto, a dire del centrodestra, un effetto realmente deterrente. E anche l’«illecito disciplinare» sarebbe «raramente perseguito».

In questo senso, nei due pareri gemelli si chiede di valutare «l’individuazione di profili nuovi» sanzionatori che potrebbero riguardare anche persone giuridiche, società e associazioni, cioè gli stessi editori.

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