domenica, Novembre 24

Inpgi, approvato il nuovo Regolamento. Contributo minimo a rate per i giornalisti autonomi

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Prima dell’entrata in vigore è necessario il via libera dei ministeri del Lavoro e dell’Economia.

«Per agevolare gli iscritti in difficoltà nel versare in un’unica soluzione il contributo minimo, il nuovo Regolamento propone di dare la facoltà di spalmarlo in tre rate, da maggio a luglio, mantenendo ferma la scadenza al 31 luglio», visto che, «purtroppo, come è noto, le condizioni di lavoro dei nostri associati sono spesso caratterizzate da bassi compensi e precariato». Così il presidente dell’Inpgi (l’Istituto nazionale di previdenza della professione giornalistica, che dal 1° luglio 2022 ha la sola platea dei lavoratori autonomi, mentre la componente dipendente è confluita nell’Inps, ndr) Roberto Ginex ha spiegato una delle misure contenute nel Regolamento delle prestazioni previdenziali, approvato oggi dal Consiglio di indirizzo generale dell’Ente.

Inoltre, recita una nota, nella riunione «è emersa la volontà di creare un fondo di accantonamento finalizzato alla perequazione solidale delle pensioni più basse, in cui possano confluire in prima istanza i fondi derivanti dalla parametrazione degli assegni più cospicui». Il riferimento, si legge, «è al sistema di rivalutazione dei trattamenti pensionistici, attualmente previsto in misura pari all’intero tasso di inflazione stabilito annualmente dall’Istat: il Cda dell’Inpgi ha proposto un sistema di perequazione dei trattamenti pensionistici con aliquote graduate e decrescenti suddivise per scaglioni di reddito». E, infine, fa sapere l’Ente, «il leggero “freno” posto alle dinamiche di incremento dei trattamenti pensionistici più elevati assicura e rafforza, infatti, la copertura delle prestazioni erogate con i montanti contributivi accantonati, a tutto vantaggio della solidità complessiva del sistema».

Il Regolamento, per entrare in vigore, come accade per i provvedimenti varati dalle Casse pensionistiche private e privatizzate dei professionisti, dovrà ottenere il via libera dei ministeri vigilanti (Lavoro ed Economia). (Ansa, 5 novembre 2024)

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