Momento molto difficile per il giornalismo, la crisi del settore mina il lavoro, le leggi bavaglio mettono a rischio la libertà di stampa; occorrono strumenti nuovi e incisivi, un rinnovato spirito solidale e più forza per il sindacato.
Difesa del lavoro e degli stipendi sono i capisaldi per rilanciare la professione e sono le priorità di Assostampa Umbra.
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Si è svolta domenica 24 marzo all’hotel Plaza di Perugia l’annuale assemblea degli iscritti di Associazione Stampa Umbra e Ordine dei Giornalisti. L’assemblea Asu ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2023 e di previsione 2024.
Il documento consuntivo, come era già stato ampiamente preannunciato, chiude con una passività, dovuta al mancato trasferimento dei corrispettivi per i servizi Inpgi conseguenti alla chiusura, come noto, dell’istituto previdenziale dei giornalisti italiani.
“Con una condotta attenta e rigorosa siamo comunque riusciti a contenere sensibilmente la perdita”, ha detto il presidente Massimiliano Cinque.
“Abbiamo posto in essere una serie di interventi utili a contenere tutte le spese, prima fra tutte, su nostro impulso, il cambio della sede di Asu e Odg che già nel 2023 ci ha fatto risparmiare per 6 mesi notevoli risorse e che nel 2024, con l’entrata a regime dei nuovi locali di Via Martiri dei Lager a Perugia comporterà risparmi per oltre il 50 per cento”. L’assemblea è stata anche e soprattutto l’occasione per discutere dei problemi della categoria, a cominciare dalle leggi bavaglio e dalla libertà di stampa.
Il presidente ha sottolineato la mancanza di normative efficaci che limitino la possibilità indiscriminata degli editori di operare riduzioni di personale e di testate, mentre aumentano di contro le leggi che imbrigliano la possibilità dei giornalisti di svolgere compiutamente il diritto di cronaca in favore di una piena e libera informazione al cittadino.
“Siamo ormai entrati nella fase in cui non basta più discutere dei problemi, di cui abbiamo tutti piena consapevolezza, ma occorre operare”, ha affermato il presidente che poi ha spiegato: “Due sono i capisaldi da difendere: il lavoro e le retribuzioni. Su queste due colonne si impianta e cresce l’edificio dei diritti che contiene lotta al precariato, libertà di stampa, diritto di cronaca, eliminazione delle querele bavaglio, modifica e revisione delle leggi che limitano la professione, rilancio delle imprese editoriali, governo dei processi legati all’intelligenza artificiale.
In Umbria non siamo un’isola felice – ha affermato sempre il presidente – il report dell’Osservatorio di novembre scorso ha messo in luce che fra le regioni del Centro l’Umbria è quella con più difficoltà sia dal punto di vista editoriale che delle retribuzioni.
Per questo motivo abbiamo prontamente rilanciato il dialogo con la Regione per dare attuazione concreta ad una legge sull’editoria già approvata ma che non è stata ancora applicata e non ha prodotto i suoi effetti. Dobbiamo trovare strumenti che aiutino a superare i problemi. Tutto questo – ha concluso Cinque – va fatto insieme, in un rinnovato spirito di appartenenza che deve riconoscersi negli istituti che rappresentano i giornalisti in Italia, ossia il Sindacato e l’Ordine professionale“.