L’ufficio di segreteria dell’Associazione Stampa Umbra intitolato alla memoria di Marcello Monacelli
Si è svolta ieri, nella sede di via del Macello, la cerimonia di intitolazione dell’ufficio di segreteria dell’Associazione Stampa Umbra alla memoria di Marcello Monacelli, giornalista simbolo dell’esercizio della professione sul campo e all’interno dei suoi organismi rappresentativi.
All’iniziativa sono intervenuti il presidente dell’Associazione Stampa Umbra Marco Baruffi, che alla presenza dei membri del Consiglio direttivo ha ricordato la figura esemplare di Monacelli; la moglie Vincenzina; il consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Gianfranco Ricci e il presidente del Gruppo Ungp dell’Umbria Enzo Ferrini, sostenitori della proposta di intitolazione recepita dall’Asu; colleghi e amici di Marcello, che ne hanno ricordato le esperienze professionali e l’impegno per la categoria.
Un messaggio di saluto ai presenti e di condivisione dell’omaggio tributato alla memoria di Monacelli è stato inviato dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria Roberto Conticelli.
Giornalista dall’età di 22 anni, Monacelli ha legato la propria carriera alla carta stampata, lavorando per testate storiche dell’Umbria, tra cui Il Messaggero, dove ha scritto per sessant’anni, ricoprendo anche il ruolo di responsabile della redazione di Perugia dal 1959 al 1981. Corrispondente dell’agenzia Ansa dal 1953, ha curato la redazione di numerosi di periodici e pubblicazioni.
Tra i promotori dell’autonomia dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria nel 1980, è stato protagonista negli organismi di categoria, esercitando per anni l’incarico di fiduciario Casagit.
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Il ricordo de il-messaggero nell’edizione di mercoledì 22 maggio.
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La targa dedicata a Marcello Monacelli testimonia la stima dei colleghi che gli hanno voluto bene
di Gianfranco Ricci
Nel corso di un incontro denso di affettuosi ricordi, i giornalisti umbri hanno dedicato, con una targa, la sala dell’Associazione della stampa regionale ad un collega scomparso quasi undici anni fa, un cronista che ha percorso gli itinerari del mestiere garantendo serietà, dedizione e gusto della contesa concorrenziale, mai, però, disgiunto dal rispetto umano e professionale verso chi faceva il suo stesso lavoro. Rispetto, un valore che oggi, in momenti di diffusa truculenza verbale, sembra desueto, qualche volta purtroppo anche nelle relazioni fra alcuni iscritti all’Ordine, pronti a dimenticare fondamentali cardini della legge che tutti noi abbiamo promesso di onorare.
Marcello quelle norme le coltivava sempre. Non divideva i colleghi fra datati e giovani, fra gerarchizzati e subordinati, fra opportuni per mediocri esigenze personali o superflui perché non finalizzabili.
Sapeva competere nella ricerca della notizia, ma non rinunciava al piacere di condividere con tutti le emozioni che si provano quando si va a caccia di informazioni destinate a quel supremo riferimento finale che è il lettore.
Ci siamo trovati in molti davanti a quella targa perché l’Asu, recependo le istanze di diversi giornalisti, ha deciso di testimoniare memoria e stima ad un autentico protagonista della cronaca che davvero, come si diceva una volta, ha consumato suole e tacchi per correre dietro alle notizie.
E lì in mezzo, a gioire con noi, c’era anche la signora Vincenza, in arte “Cencia”, la donna che per decenni è stata non solo la moglie di Marcello, ma anche la vigile, non ufficiale, collaboratrice, sempre attenta a segnalare ogni piccolo o grande evento utile alla quotidiana cronaca dell’indaffaratissimo marito.
Per lei l’abbraccio corale dei molti che hanno voluto bene al marito. Ha ringraziato senza retorica gli amici ignorando che, invece, toccasse a noi il piacere di ringraziarla per la sua coinvolgente partecipazione ad una cerimonia per nulla mesta, ma anzi allegra e tonificante.
Marco Baruffi, presidente dell’Associazione, ha spiegato, avendo a fianco gran parte dei componenti del suo Consiglio: “Ci piaceva dare un segnale per sottolineare l’impegno di un informatore che, cultore della verità, ha lasciato traccia esemplare, un collega che, curando anche i rapporti con la Casagit e l’Ussi, s‘era messo spontaneamente al servizio dell’intera categoria”.
Bisogna aggiungere: dando senza chiedere, né tantomeno pretendere.
Fa bene Baruffi a sottolineare la parola: “traccia”, perché ognuno di noi che ha scelto di fare questa professione cammina sempre sulle orme di chi l’ha preceduto.
Il numero uno dell’Asu ha letto un breve messaggio di saluto del presidente umbro dell’Ordine, Roberto Conticelli, assente per motivi di lavoro.
Trascinante, divertente e divertito l’intervento di Maurizio Verdenelli che, nella redazione perugina de “Il Messaggero”, è stato vice di Monacelli, quando in redazione c’era anche un ‘’cacciatore’’ di nera e di giudiziaria come Giuliano ‘’Ganassa’’ Forti. Scoppiettanti e ricche di gratitudine le rimembranze di Verdenelli per uomo che – ha rilevato – “ci ha regalato impegno, lezioni di vita, amicizia e sincera partecipazione umana”.
Un segnale molto particolare ha proposto la sua presenza: affrontando disagi non secondari, è, infatti, partito da Macerata proprio per non perdere questo straordinario “incontro” con un maestro che gli fu guida.
I sentimenti del Messaggero degli anni monacelliani sono stati rafforzati dalla graditissima presenza di Franco Volpini, una delle colonne di quella redazione.
Fondamentale e irrinuncibile l’affettuosa riflessione di Enzo Ferrini, il collega che più di ogni altro ha operato perché questo vibrante appuntamento fra amici di ieri e di oggi avesse il bell’esito che ha avuto.
Profonda e sentita la sua evocazione. L’uditorio ne ha colto la gioia nel constatare che la “chiamata per Marcello” ha ricevuto serie risposte da chi, non dimenticando, avverte forte l’esigenza di interpretare una catena (umana e professionale) che oggi può essere più valida e credibile se non ci si sbarazza di chi il cammino lo ha ben “tracciato” in precedenza.
Parole e genuine, inoltre, da Sandro Allegrini, protagonista costante di una moderna comunicazione: pur ammirando Marcello, non è mai riuscito, con lui, ad andare oltre il “lei”.
Profondo e consapevole, infine, il pensiero di Italo Carmignani, l’attuale successore di Monacelli alla guida della redazione perugina de “Il Messaggero”. Italo è stato vicino all’ex capo anche nei momenti più sofferti della malattia che l’ha portato a morire.