E’ morto Marco Gardenghi, un uomo intelligente, un collega, un professionista serio e capace, un sindacalista di caratura nazionale preparato e attento, un amico. E’ stato una presenza fondamentale nell’Associazione Stampa Umbra. Giornalista de Il Resto del Carlino, Marco Gardenghi ha ricoperto posizioni di vertice negli organismi di categoria a tutti i livelli ed è stato, tra l’altro, presidente dell’Associazione Stampa della Emilia Romagna e componente della Giunta esecutiva Fnsi; recentemente era stato eletto presidente del Gruppo giornalisti pensionati dell’Emilia-Romagna.
A lui si deve l’apertura dello Sportello sindacale a cui ha dedicato tempo e competenze, seguendo con passione ed impegno le più importanti vertenze che hanno interessato la nostra regione: dai quotidiani alle televisioni, dalle piccole alle grandi imprese editoriali, ma anche tanti, tantissimi colleghi che a lui si sono rivolti per avere un parere o un consiglio nei momenti di maggiore difficoltà. Il suo telefono era sempre aperto. Nelle vertenze Marco ha saputo sempre guadagnarsi il rispetto della controparte che gli riconosceva autorevolezza ed ha sempre lottato per vedere rispettati i contratti di lavoro alla cui stesura aveva contribuito, così che venissero riconosciuti i diritti dei colleghi e la salvaguardia della professione. Un uomo dalla schiena dritta, diretto, che sfuggiva da qualsiasi compromesso al ribasso. Dietro a quel suo sguardo burbero, ironico e selettivo, si nascondeva un uomo sensibile, a tratti timido. Amava l’Umbria dove tornava sempre volentieri, amava il jazz – negli anni ’70 era impegnato nell’accoglienza degli artisti di Umbia Jazz -, così come il rugby, la montagna, il cinema, i libri ed i cani, con cui aveva un rapporto speciale.
Per questi motivi, umani e professionali, l’Associazione Stampa Umbra, anche a nome dei tanti colleghi che l’hanno conosciuto e stimato, esprime il proprio profondo cordoglio per la sua scomparsa e abbraccia la moglie Vita e la figlia Elisabetta, le due donne che ha amato.