venerdì, Novembre 22

Il Direttivo dell’Asu discute della riforma Inpgi

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L’ Asu (Associazione stampa umbra) e l’ Ordine dei giornalisti hanno indetto una riunione di tutti gli iscritti per il 22 luglio prossimo per esaminare il progetto di riforma delle prestazioni Inpgi. In vista di questo appuntamento il 6 luglio si è riunito il direttivo dell’ Asu. Vi ha partecipato anche il presidente Ungp dell’ Umbria, Enzo Ferrini, il quale ha illustrato il documento approvato nell’ ultimo Consiglio nazionale del sindacato pensionati e riferito dell’ampio dibattito che aveva preceduto la votazione conclusasi con 15 voti favorevoli, 2 contrari e due astenuti.

I pensionati – ha detto Ferrini – devono difendere un istituto dal quale dipende il loro futuro e quello delle loro famiglie. Un istituto che secondo la Corte dei conti nel 2014 ha registrato un disavanzo tra contributi e prestazioni di 111 milioni. Bisogna quindi intervenire con la massima urgenza ed anzi c’è da chiedersi perché non sia stato fatto quando ancora la situazione non era così disastrosa. Aggravata dal calo di iscritti attivi (un migliaio solo nell’ultimo anno) e dall’aumento delle pensioni erogate. Il rapporto tra iscritti attivi e pensioni è infatti passato dal 2,88 del 2009 ad 1,91 del 2014. Questo in un momento in cui non è prevedibile una ripresa della occupazione. Dunque una riforma della previdenza Inpgi è necessaria ed urgente.

In merito alle tante proposte del dibattito che si sta svolgendo a livello nazionale Ferrini ha detto di concordare sulla necessità di una riduzione dei costi di gestione dell’ istituto, con la revisione del numero dei componenti dei vari organismi e dei compensi. Anche dai giornalisti deve venire un segnale importante. Chi si mette a disposizione negli enti di categoria deve farlo con spirito di volontariato, rinunciando a gettoni e compensi (bastano i rimborsi spese), soprattutto quando si ha già uno stipendio o una pensione. Va inoltre allargata la platea degli iscritti, intensificando il lavoro ispettivo nelle redazioni e negli uffici stampa, dove operano figure professionali che svolgono di fatto lavoro giornalistico senza il relativo inquadramento professionale. Misure queste, insieme ad altre condivisibili (ad esempio per le doppie e triple pensioni di parlamentari e politici) che però incidono soltanto marginalmente sul bilancio dell’ Istituto.

Dunque – ha proseguito Ferrini –  è necessario rivedere anche il quadro complessivo delle prestazioni ed in questo ambito anche i pensionati devono fare la loro parte, rinunciando a cosiddetti diritti acquisiti che in una stuazione sociale ed economica difficile come quella attuale non sono più sostenibili. Pensionati che comunque hanno già dato con il blocco della rivalutazione delle pensioni e che sono penalizzati da una doppia tassazione che non ha pari negli altri paesi europei: contributi pensionistici tassati al momento del versamento negli anni lavorativi e buste paga delle pensioni di nuovo tassate con pesanti aliquote.

 I pensionati quindi – ha concluso Ferrini – nel loro stesso interesse, per il mantenimento in vita del loro istituto di previdenza, non possono che essere disponibili a contribuire ad una riforma da attuare nel rispetto della equità e della solidarietà. Con sacrifici graduati in base alle fasce economiche e con la tutela ed il sostegno per quelle più deboli della nostra categoria, che siano di giovani o di pensionati.

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