L’Associazione Stampa Umbra esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi di Città di Castello ingiustamente offesi e screditati con l’attribuzione di fatti e comportamenti totalmente destituiti di verità in un articolo pubblicato dal mensile locale “L’altrapagina”.
Sotto il titolo “La tessera della vergogna”, con l’eloquente occhiello “Polisport-Regalie alle testate giornalistiche locali”, è stata descritta l’inesistente vicenda della consegna ai giornalisti dell’ufficio stampa del Municipio e di tutte le testate di informazione tifernati, meno quella che ha ospitato l’articolo, di tessere per l’accesso gratuito alle piscine comunali gestite dalla società di servizi Polisport.
Una notizia falsa, smentita dallo stesso presidente di Polisport, che è stata però accreditata con particolari inventati e condita con giudizi inaccettabili sui colleghi, dipinti agli occhi dell’opinione pubblica come operatori dell’informazione privi della necessaria deontologia professionale per essersi prestati a una regalia che, nella realtà, nessuno ha offerto e nessuno ha, quindi, potuto accettare o rifiutare.
Venendo meno, essa sì, alle leggi e ai principi deontologici che obbligano al rispetto della verità sostanziale dei fatti, ai doveri della lealtà e della buona fede, alla verifica delle informazioni, “L’altrapagina” si è presa la grave responsabilità di mettere in discussione l’operato serio e rispettabile dei giornalisti tifernati, in un solco che, purtroppo, a Città di Castello pare allargarsi in maniera preoccupante, dopo l’affissione di manifesti oltraggiosi per i colleghi e per le rispettive testate avvenuta nei mesi scorsi ad opera di una forza politica locale.
Per questo l’Asu ha provveduto a segnalare l’accaduto all’Ordine dei Giornalisti per le dovute valutazioni, convinta che, nel momento storico in cui sono più a repentaglio la sopravvivenza e l’autonomia del proprio lavoro anche per la pericolosa deriva denigratoria di cui si rendono responsabili leader e forze politiche non solo in Italia, chi è giornalista abbia per primo il dovere di rispettare e difendere la dignità e il valore democratico di questo mestiere con il leale e serio servizio alla verità, il contributo critico e costruttivo alla vita pubblica, il rifiuto di ogni comportamento indecoroso e irriguardoso nei confronti dei diritti fondamentali delle persone e delle leggi.
Il Consiglio Direttivo Asu