di Mimma Caligaris*
Sicurezza, è la parola d’ordine della Fnsi per l’8 marzo delle giornaliste italiane. Sicurezza è un posto di lavoro certo e, invece, gli ultimi dati dell’Inpgi evidenziano che le colleghe più giovani, tra i 28 e i 35 anni, sono di nuovo lontane da quella uguaglianza di presenze rispetto ai colleghi che sembrava raggiunta, faticosamente, nella fascia di età superiore (38 – 45 anni).
Sicurezza è parità retributiva, che ancora manca, perché ci sono quasi 6mila euro, in media, in meno, per le contrattualizzate, e questo si evidenzia già dalle trentenni assunte.
Pure nella libera professione (per scelta, quasi sempre per obbligo), dove il gap è intorno a 3mila euro, per “stipendi” che faticano a superare i 15mila euro all’anno.
Sicurezza è avere l’equo compenso per le giornaliste e i giornalisti, ma da questo siamo ancora lontani.
Sicurezza è un intervento, vero, contro la precarietà: il Covid ha accentuato la fragilità delle colleghe, le prime a pagare scelte scellerate di tagli, di posti e di stipendi, le prime a soffrire dei tentativi (spesso ormai realtà) di desertificazione delle redazioni, di progressioni di carriera bloccate, di marginalizzazione, che fanno male a una informazione che racconta solo una parte della società e in cui spesso le donne sono fantasmi.
Sicurezza è intervenire contro le molestie e il linguaggio d’odio, che spesso corre, impunito, sui social, usato come censura, non tanto, e non solo, per i contenuti, ma prima di tutto, perché a scrivere, a fare inchieste, a realizzare servizi sono donne.
Sicurezza è essere al loro fianco, scorta mediatica come è stato, sempre, da parte di questa Federazione.
Sicurezza è l’uso della parole giuste per raccontare la violenza e intervenire là dove anche un femminicidio viene strumentalizzato per dare una immagine distorta della vittima. Lo strumento c’è, si chiama Manifesto di Venezia, e articolo 5bis del testo unico deontologico.
Sicurezza è scendere in campo, ogni giorno, al fianco delle colleghe, in Iran, in Afghanistan, in Turchia, in Egitto, in Russia, in Bielorussia e in ogni angolo del mondo in cui il diritto a informare ed essere informati è negato, eppure tante non smettono di raccontare, anche a rischio dell’incolumità, la loro e quella delle loro famiglie.
Sicurezza è rispetto: delle donne, della professione giornalistica, dei diritti, e la politica non può scegliere né l’antagonismo, né l’indifferenza.
La Fnsi è in prima linea per una informazione paritaria. L’8 marzo, ogni giorno.
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*Presidente della Commissione Pari Opportunità della Fnsi