Comprendere che la tutela e la difesa dei precari e degli autonomi del mondo del giornalismo è un argomento fondamentale, se si vuole riportare un po’ di serietà e di giustizia tra i colleghi iscritti all’Ordine, è stato il tema al centro dell’incontro che si è tenuto nei giorni scorso alla sede dell’Associazione Stampa Umbria a Perugia.
I relatori Maurizio Bekar e Nicola Chiarini, rispettivamente coordinatore della commissione nazionale lavoro autonomo e coordinatore della commissione regionale del Veneto, hanno esposto ai presenti le prospettive, ma anche le criticità, della legge sull’Equo Compenso, che si propone di mettere dei paletti di dignità nei trattamenti economici riservati ai giornalisti free lance e precari.
In particolare i due membri della commissione nazionale lavoro autonomo hanno esposto la proposta elaborata dalla stessa commissione che deve essere valutata dalla Giunta della Fnsi. Secondo il documento, il lavoro giornalistico indipendente deve avere pari dignità rispetto a quello dipendente, e per far sì che questo avvenga, il parametro di retribuzione suggerito è quello dell’articolo 1 del CNLG con una maggiorazione per oneri di produzione, di contributi che i dipendenti si vedono riconosciuti per il loro lavoro.
Per equiparare in tutto e per tutto lavoro autonomo e subordinato, la commissione propone che venga parametrato a giornate, o mezze giornate, lavorative. In caso di mancato accordo però sul ‘tempo utile’ per fare un determinato lavoro, la commissione propone la retribuzione a pezzo come indicato nel tariffario dell’Ordine dei giornalisti del 2007.
Oltre al tema dell’equo compenso, si è parlato di Stati Generali dell’Informazione Precaria e del bisogno che vengano convocati al più presto perché precari, autonomi, sfruttati e non privilegiati possano incontrarsi e unirsi, per cercare un nuovo patto di giustizia sociale nel variegato mondo del giornalismo italiano.