Si apprende con disappunto, da notizie di stampa, il rinnovo della collaborazione tra l’Azienda ospedaliera di Perugia ed il giornalista Mario Mariano incaricato, da quanto risulta, di gestire i rapporti con le diverse testate. Se ciò fosse vero le raccomandazioni a suo tempo espresse dagli organismi di categoria, a seguito del concorso che tre anni fa portò lo stesso Mariano a ricoprire formalmente dopo già diversi lustri il ruolo che ora gli viene riassegnato, sarebbero ampiamente disattese. Il cambio nella direzione dell’Azienda ospedaliera di Perugia non avrebbe sancito una cesura con il passato come più volte auspicato in direzione di una maggiore trasparenza nell’attribuzione di incarichi per i giornalisti nella pubblica amministrazione. Anche con il cambio del vertice aziendale si continuerebbe invece a penalizzare, escludendole da qualsiasi possibilità occupazionale altre professionalità presenti in Umbria. Tanto più in un momento come questo dove molti giornalisti umbri hanno perso il lavoro, rischiano di perderlo o vivono in situazioni di crescente precarietà, la scelta operata sarebbe frutto di poca attenzione per la categoria, tornando a ripercorrere strade già battute, che avevano suscitato forti proteste in passato. Le istituzioni umbre (Regione, Comuni, Aziende Usl e Ospedaliere, Agenzie etc.) in tutte le loro articolazioni, anche nell’ambito della riforma endoregionale, devono assumersi chiare responsabilità, far seguire alle parole un lavoro concreto che definisca e individui anche per i giornalisti che rischiano di vedere cancellato il loro ruolo e funzione percorsi chiari e di prospettiva, così come per tutti gli altri lavoratori. Non si può far finta di dare con la destra e togliere con la sinistra sperando che nessuno se ne accorga. Il quadro deve essere chiaro ed organico per tutti a tutela prima di tutto del diritto dei cittadini ad una corretta informazione.
Ferma restando la piena legittimità del giornalista Mariano di accettare le collaborazioni che gli vengono proposte, rimane il fatto che un ente pubblico dovrebbe agire come tale, collaborando con gli organismi di categoria per la definizione di scelte che hanno un interesse collettivo. Chiediamo dunque all’Azienda ospedaliera di Perugia di prevedere in pianta organica il proprio Ufficio stampa e di tornare immediatamente indietro sulla decisione, qualora fosse stata presa, di avvalersi di un pensionato come addetto stampa per le motivazioni addotte.