I vertici di Fnsi, Inpgi, Casagit e Fondo di previdenza complementare a Trento per fare il punto su: ‘Diritti, contratto e precariato: dignità del lavoro e welfare dei giornalisti’. L’incontro, promosso in collaborazione con il Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, si è tenuto martedì 19 novembre 2024. Al centro del confronto il futuro della professione giornalistica nell’attuale scenario economico, alla luce della rivoluzione dell’intelligenza artificiale, nel contesto delle trattative con le controparti datoriali firmatarie con il sindacato dei contratti di lavoro.
Ad aprire i lavori i saluti del segretario del sindacato regionale Rocco Cerone, che ha anche moderato l’incontro, del fiduciario regionale Casagit Peter Malfertheiner e del consigliere generale Inpgi Lorenzo Basso, del presidente della Camera di commercio di Trento, Andrea De Zordo.
Solidarietà fra generazioni e dentro e fuori le redazioni, collaborazione fra gli enti della categoria nell’ottica di «fare sistema», confronto e dialogo per «fare sintesi» e affrontare le sfide che attendono il mondo dell’informazione: i concetti che si sono ripetuti nei diversi interventi.
In quest’ottica il presidente di Casagit, Gianfranco Giuliani, ha evidenziato fra l’altro l’importanza di un’azione coordinata «per mettere insieme proposte di innovazione utili ad accompagnare la nostra categoria professionale», citando il progetto W-In con Inpgi e ricordando che in pochi anni l’offerta della Cassa ai soci è passata da uno a 10 profili e che «grazie al principio solidaristico nei 50 anni di vita Casagit ha potuto offrire e offre un’assistenza che non si trova in alcuna assicurazione».
Il vicepresidente Gianfranco Summo ha sottolineato come a dar vita a Casagit sia «una parola forse desueta che è ‘lavoro’: il lavoro – ha detto – codificato nei contratti nazionali di lavoro giornalistico siglati dalla Fnsi».
Il presidente della Commissione nazionale lavoro autonomo Claudio Silvestri ha ribadito che «il tema del lavoro autonomo è oggi ‘la’ sfida per il sindacato e gli enti della categoria», denunciando che «nonostante la legge speciale per i giornalisti sull’equo compenso e altre due leggi che parlano di compenso equo per i professionisti, siamo ancora in attesa che le previsioni di legge vengano attuale».
Il presidente dell’Inpgi Roberto Ginex ha rimarcato il rapporto indissolubile fra redditi e previdenza e ricordato le prime iniziative della nuova gestione dell’Ente, dal regolamento sulle prestazioni ai servizi di comunicazione per gli iscritti. E, in materia di welfare, «stiamo immaginando – ha anticipato – strumenti di sostegno ai colleghi nella forma del microcredito. E dal 2025 ci sarà in ogni circoscrizione un delegato che sarà a disposizione degli iscritti e avrà un rapporto diretto con Inpgi e con la struttura territoriale».
Sull’idea di ‘fare sistema’ è tornato il vicepresidente Inpgi, Mattia Motta, che ha anche evidenziato l’importanza di «coltivare una cultura previdenziale» e di far conoscere attraverso la formazione e la comunicazione quello che l’Istituto fa per i propri iscritti, «ad esempio – ha spiegato – attrezzando il portale di Inpgi con un chat bot che fornisca le prime risposte ai quesiti».
Anche Alessia Marani, presidente del Fondo complementare, accompagnata dal direttore Fabio Porcelli, illustrando i vantaggi dell’iscrizione al Fondo ha ribadito il concetto della cultura previdenziale.
A chiudere l’incontro la segretaria generale Fnsi, Alessandra Costante. «Calano le copie di giornali vendute, calano gli investimenti, l’editoria è in crisi da quando è arrivato il web, ma la Fnsi non si rassegna e lavora per rinnovare il contratto di lavoro: una vertenza per ridare dignità al lavoro giornalistico e al giornalismo», ha spiegato.
«Agli editori – ha aggiunto – chiediamo di far recuperare ai colleghi potere d’acquisto, perché negli anni seguiti all’ultimo rinnova l’inflazione ha eroso gli stipendi, e tempo di vita, perché nelle redazioni e fuori dalle redazioni i giornalisti vivono male, siano lavoratori dipendenti, siano lavoratori autonomi».
La segretaria generale si è poi soffermata sulla questione dell’intelligenza artificiale. «Ogni rivoluzione industriale ha avuto ricadute sull’occupazione. Per questo – ha scandito – l’uso dell’IA nelle redazioni dovrà essere governata dai giornalisti. Ne va della tenuta dell’occupazione della categoria e, soprattutto, della tenuta democratica del Paese». E anche se «non possiamo fermare l’intelligenza artificiale» è necessario «stabilire delle regole, semplici e certe: il primato deve essere dell’intelligenza umana. Serve trasparenza negli accordi fra editori e società di Ai per dare la possibilità ai giornalisti di vigilare», ha concluso.