«L’intelligenza artificiale è la sfida del futuro per l’informazione, che non può subirla ma deve governarla. Un suo uso indiscriminato nei mass media italiani potrebbe provocare un’ingente perdita di posti di lavoro, ma anche di credibilità». Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, risponde così all’annuncio del sottosegretario Alberto Barachini di un tavolo di confronto sul tema che partirà a fine settembre e coinvolgerà Fnsi, Fieg e sindacati confederali.
«Contestualmente – spiega il sottosegretario all’Editoria partecipando giovedì 21 settembre 2023 all’evento di Agcom e Italian Chapter dell’Iic dal titolo ”Pluralismo e diritto d’autore al tempo dell’intelligenza artificiale” – affideremo a una commissione di esperti l’elaborazione di un documento sui temi emersi».
L’attenzione sarà concentrata sulla ricerca e la diffusione delle notizie, sulla difesa del diritto d’autore editoriale e giornalistico e sulla disinformazione.
«La Federazione nazionale della Stampa italiana – riprende la segretaria generale Costante – parteciperà al tavolo sull’intelligenza artificiale con idee e volontà di governare una materia molto complessa. La Fnsi, che è il sindacato di categoria dei giornalisti italiani, auspica sul tema dell’intelligenza artificiale di trovare in Fieg un interlocutore altrettanto sensibile, nella consapevolezza di tutti che un uso distorto dell’AI nel campo dell’informazione potrebbe avere ripercussioni profonde anche sulla tenuta democratica del Paese».
Per il sottosegretario Barachini, del resto, «l’interesse principale sta nelle conseguenze che l’intelligenza artificiale avrà sul mondo dell’informazione, dell’editoria, del lavoro giornalistico. Abbiamo visto vincere il diritto della forza sulla forza del diritto negli anni delle piattaforme e dei contenuti senza controllo. Oggi – riflette – dobbiamo ragionare anche sulle fonti alle quali si abbevera l’informazione. Fonti che sembrano sempre più larghe ma, volendo usare una metafora, c’è sempre meno acqua in quelle fonti. Si sono moltiplicate le sorgenti ma l’acqua si sta riducendo in maniera drammatica e non è virtuoso il meccanismo di ricerca delle informazioni ma anzi potenzialmente pericoloso, perché alcune di quelle fonti sono avvelenate».
È «una battaglia complessa, perché ci scontriamo con una serie di resistenze, non solo delle piattaforme», incalza il sottosegretario, consapevole del fatto che abbiamo di fronte sfide «di responsabilità individuale e collettiva che si devono trasferire in responsabilità politica e di visione. Non è facile – conclude – perché ogni categoria ha i suoi confini e le sue difese», ma non dobbiamo «svegliarci troppo tardi o fermarci troppo tardi».