La Federazione europea dei giornalisti chiama alla mobilitazione in vista del voto del Parlamento Ue, in programma il 2 ottobre 2023, sul Media Freedom Act, «un importante atto legislativo – spiega la Efj – che potrebbe limitare i poteri di sorveglianza degli Stati membri ai danni dei giornalisti».
Il riferimento è alle previsioni contenute nello Emfa che vietano l’impiego di tecnologie di sorveglianza (spyware e non solo) nei confronti dei fornitori di servizi di media, dei loro dipendenti e delle fonti. «Tuttavia – ammonisce il sindacato europeo – il testo attuale contiene ancora diverse lacune che potrebbero essere facilmente sfruttate dai governi, come hanno dimostrato i recenti casi in cui sono stati utilizzati software come Pegasus e Predator».
Obiettivo della Efj è quello di spingere il Parlamento Ue a introdurre nella sua posizione un divieto assoluto dell’uso di spyware contro i giornalisti prima di avviare i negoziati con il Consiglio, così da ripristinare un ambiente di lavoro sano e sicuro per i cronisti e garantire loro il massimo livello di protezione.
Per raggiungere tale proposito, la Federazione europea ha predisposto una lettera aperta indirizzata agli europarlamentari con l’invito a colleghe e colleghi di tutta Europa a sottoscriverla, entro il 20 settembre, utilizzando il form disponibile a questo link.
«Gli spyware rappresentano uno dei più gravi pericoli per la libertà di stampa. La sicurezza digitale e l’integrità dei dati sono essenziali per garantire la sicurezza dei giornalisti e la protezione delle fonti», si legge nella missiva.
«Governi della Ue – denuncia ancora il testo – hanno infettato i telefoni dei giornalisti con spyware utilizzando la sicurezza nazionale come pretesto. Includere gli stessi motivi nella legislazione futura minaccerebbe la nostra capacità di chiedere conto ai governi».