Il patrimonio dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti che svolgono la professione in regime di lavoro autonomo, nel 2023 «supera gli 880 milioni, con una crescita dell’83%, rispetto al 2014», e l’avanzo di esercizio è pari ad oltre 46 milioni. Lo fa sapere l’Ente, dopo l’approvazione del bilancio consuntivo per il 2023.
I dati degli assicurati, recita la relazione del Comitato amministratore all’esercizio 2023, mostrano «la crescita costante della gestione e l’irreversibilità del fenomeno di trasformazione del lavoro giornalistico da prevalentemente dipendente a fortemente autonomo. Mentre la gestione sostitutiva è stata costretta all’assorbimento nell’Inps per la costante erosione degli iscritti – si sottolinea – questa gestione ha visto, nell’arco del decennio, un incremento degli iscritti totali di oltre il 15% (da 40.534 a 46.910) e del 19% per quanto riguarda gli attivi (da 29.116 a 34.578)».
I liberi professionisti con obbligo di comunicazione reddituale sono stati 20.420 nel 2023 (erano 21.089 l’anno prima), e si assiste ad una lieve diminuzione dei guadagni: il loro reddito medio pro-capite annuo, scrive l’Inpgi, è risultato pari a 16.611 euro (dai 17.240 del 2022).
Per quanto riguarda, invece, le collaborazioni coordinate e continuative, i rapporti di co.co.co. denunciati hanno riguardato 5.698 giornalisti, (l’anno precedente erano 5.941) ed il loro reddito medio pro-capite annuo è risultato pari a 11.325 euro (in crescita, rispetto ai 9.371 euro del 2022).